Il 21 marzo, ricorre la giornata internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale e per l’importante occasione, vogliamo proporti le gaffe di alcune delle più grandi aziende al mondo che sono state accusate di aver proposto pubblicità razziste. Dalle teste mozzate alla pelle nera che diventa magicamente bianca, vieni a scoprire le 6 pubblicità etichettate “racist”.
1. Dove
Uno dei marchi di prodotti per l’igiene personale più conosciuti al mondo, nel 2017 commette uno scivolone a causa di uno spot pubblicitario “un po’” controverso. Nello spot, una ragazza nera si spoglia “della sua pelle” diventando magicamente bianca, grazie all’uso del prodotto pubblicizzato. Lo spot prosegue poi con la ragazza bianca che a sua volta si spoglia cambiando colore, per indicare che il prodotto può essere usato da tutti i tipi di pelle. Peccato che questo non fu il messaggio interpretato dalla gente, che ha accusato lo spot di essere palesemente razzista. E per Dove non è finita lì, il web, in quella occasione, ha infatti ricordato altri strafalcioni dell’azienda. Ecco le foto incriminate.
2. Sony
Giugno del 2006, i fan più sfegatati ricorderanno quell’anno per il lancio della versione bianca della Play Station Portable nei mercati olandesi. La pubblicità del prodotto ritraeva una donna bianca che, con violenza, afferrava il viso di una donna nera più bassa di lei, come simbolo di superiorità. Inutile spiegare perchè la pubblicità fu ampiamente criticata. Il messaggio voleva evidenziare la bellezza della nuova PSP bianca rispetto alla nera, peccato che questa giustificazione non abbia convinto per niente la maggior parte del pubblico. La pubblicità fu ritardata immediatamente.
3. Trenitalia
Poteva forse mancare l’Italia tra le gaffe più eclatanti? Certo che no. E infatti, nel 2011, Trenitalia presenta le diverse classi dei Frecciarossa con tanto di foto e didascalie esplicative. E fin li tutto bene, se non fosse stato per quel “piccolo” dettaglio che non è sfuggito praticamente a nessuno. Per le tre classi più costose, i viaggiatori nelle fotografie erano tutti bianchi, mentre la classe più economica era rappresentata da una foto con una famiglia di migranti. Dopo lo strafacione commesso, Trenitalia si è limitata dapprima a togliere l’immagine e successivamente a metterne un’altra con dei sedili vuoti. C’è chi ancora aspetta le scuse mai arrivate da parte della compagnia.

4. H&M

Questa volta non si tratta di una pubblicità vera e propria, bensì di una gaffe sul sito website di uno dei colossi dell’abbigliamento. Siamo all’inizio del 2018, gli utenti, navigando sul sito di H&M si accorgono di un particolare: per pubblicizzare una felpa con la scritta sulla maglietta che recita “La scimmietta più cool della giungla” viene scelto un bambino nero. Tantissimi vip, tra cui LeBron James e The Weeknd, manifestano il proprio NON gradimento alla campagna e H&M toglie l’immagine dal sito porgendo le scuse.
5. Intel
Nel 2007, il big dei computer attua una mossa abbastanza imbarazzante. Viene pubblicata su una rivista una pubblicità della Intel che ritrae un capo dell’azienda, un uomo bianco, che riesce ad ottenere le migliori performance dai suoi dipendenti, tutti neri. L’immagine è additata come estremamente razzista.

6. Nivea
Anche la Nivea finisce sotto torchio nel 2011 per una pubblicità chiamata “Ri-civilizza te stesso”. Già il nome promette bene. Nella suddetta, il protagonista è un uomo afro-americano sbarbato e ben vestito che tiene in mano la testa mozzata di un altro afro-americano non così “curato”. La pubblicità fu duramente criticata e considerata esplicitamente razzista, la Nivea si scusò con un post su Facebook.

Ci auguriamo che dopo i molteplici errori commessi dalle diverse imprese, episodi come questi non si ripetano più. Oggi più che mai è necessario promuovere e favorire l’inclusione di tutti gli individui e la parità tra questi, indipendentemente dalla loro provenienza nazionale o religiosa. Noi di Wishraiser celebriamo questa giornata con la speranza che le vicende di disciminazione razziale vengano eliminate completamente.
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