Storie Motivazionali e di Successo su Vita e Sogni | Wishraiser / Realizza il tuo sogno facendo del bene Mon, 28 Mar 2022 12:37:48 +0000 it-IT hourly 1 /wp-content/uploads/2022/05/cropped-Marchio_Wishraiser-32x32.png Storie Motivazionali e di Successo su Vita e Sogni | Wishraiser / 32 32 Cinque personaggi femminili della cultura pop diventate icone di massa /cinque-personaggi-femminili-della-cultura-pop-diventate-icone-di-massa/ /cinque-personaggi-femminili-della-cultura-pop-diventate-icone-di-massa/#respond Mon, 07 Mar 2022 14:25:08 +0000 /?p=3056 Celebriamo l’otto marzo 2022 con 5 personaggi femminili della cultura popolare che hanno ribaltato gli stereotipi di genere: Eva Kant, la principessa Leia, Xena, Julia Kendall e Wonder Woman.

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Spesso etichettate come prodotti stereotipati e machisti, le grandi narrazioni popolari hanno offerto nel corso degli anni personaggi femminili che hanno ribaltato gli stereotipi di genere, diventando delle vere e proprie icone della cultura pop.

Di seguito ne vediamo cinque esempi significativi.

Leia Organa

Leia Organa, principessa di Star Wars | Wishraiser
Carrie Fisher nei panni di Leia Organa Copyright © Disney

La principessa Leia, tra i protagonisti dell’incredibile saga di Star Wars, viene presentata nel primo film in una classica situazione di racconto avventuroso: rapita da Darth Vader e tenuta prigioniera in una cella nella sua astronave. 

Un gruppo di eroi si recano a salvarla, tra i quali spiccano Luke Skywalker, ragazzo dall’animo puro che sogna di diventare un guerriero e Han Solo, simpatica canaglia dal cuore d’oro. 

Raggiunta Leia nella sua cella, però, emerge un piccolo problema: né Luke né Han hanno pensato a una via di fuga e si trovano intrappolati sotto una pioggia di proiettili laser. A questo punto Leia strappa dalle mani di Luke la pistola e crea una via di fuga, salvando tutti.

Nel corso della saga fantasy, Leia mantiene questa caratteristica in ogni aspetto del suo carattere. Agisce e non subisce, imponendosi da subito come uno dei personaggi più riusciti della cultura popolare.

Wonder Woman

Wonder Woman, comics | Wishraiser
Wonder Woman, Copyright © Warner Bros.

La prima supereroina della storia non può non essere presente in questa breve lista. Creata nel 1941 dallo psicologo William Moulton Marston (che ne curava le sceneggiature) e dal disegnatore Harry G. Peters, Wonder Woman è fin dagli esordi un punto di riferimento degli ideali femministi e dell’emancipazione femminile.

Nei primi anni di vita editoriale, Wonder Woman viene spesso catturata da criminali uomini che la imprigionano mettendola in situazioni che ricordano il bondage e la sottomissione.

Situazioni dalle quali lei puntualmente si libera, incoraggiando implicitamente le donne a difendere se stesse, a imparare a combattere e ad essere forti, in modo che non debbano essere spaventate o dipendere dagli uomini.

Come la maggior parte dei prodotti seriali statunitensi, anche Wonder Woman tra gli anni Cinquanta e Sessanta ha subito una forte stereotipizzazione. Tuttavia, complice il movimento femminista, a partire dai primi anni Settanta è tornata ad incarnare i suoi valori originali, che conserva ancora oggi.

Julia

Julia Kendall, Sergio Bonelli Editore | Wishraiser
Julia, Copyright © Sergio Bonelli Editore

Nata nel 1998 dalla fantasia di Giancarlo Berardi, Julia Kendall è una criminologa che, oltre ad insegnare all’università, lavora spesso come consulente della polizia della fittizia Garden City.

La sua serie mensile – attualmente giunta al numero 282, più vari speciali – fu la prima di Sergio Bonelli Editore con una protagonista femminile.
Fin dagli esordi, Julia è presentata come una donna moderna, con una concezione moderna della vita e dei rapporti interpersonali.

La sua popolarità le consentirà presto di uscire dai confini della carta stampata per approdare in televisione.

Eva Kant

Eva Kant. coprotagonista di Diabolik | Wishraiser
Eva Kant, Copyright © Astorina s.r.l.

Abbiamo già parlato di Eva Kant quando abbiamo dedicato un post ad Angela e Luciana Giussani, le geniali creatrici di Diabolik.

Lungi dall’essere la semplice partner del protagonista, la compagna che lo attende paziente dopo ogni colpo, Eva Kant è una vera e propria co-protagonista delle avventure di Diabolik.

Intelligente, abile e scaltra, spesso determinante nella risoluzione della vicenda.

Più di ogni altra cosa, però, l’aspetto rivoluzionario di Eva Kant è la natura della sua relazione con Diabolik: non sono sposati né hanno intenzione di farlo, imponendosi come una delle prime coppie di fatto della cultura pop.

Xena

Xena principessa guerriera | Wishraiser
Xena, Copyright © aventi diritto

Nata come personaggio della della serie TV Hercules, Xena è riuscita da subito a imporsi come figura autonoma, tanto da meritare una serie spin-off nella quale è l’assoluta protagonista.

La “principessa guerriera” combatte come una moderna amazzone in un mondo fantasy tipicamente appannaggio degli uomini, al suo fianco Olimpia: amica e aiutante, ma soprattutto compagna della protagonista.

Xena è stata infatti un’eroina femminista degli anni ‘90. Un personaggio precursore delle battaglie sulla libertà sessuale, per via delle sue relazioni uomini e la tensione erotica tra lei e Olimpia, resa palese negli episodi finali con un bacio.

Il suo impatto nella cultura di massa è così grande che viene spesso citata in film e serie tv.

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Storie di donne contemporanee che dovresti conoscere /storie-di-donne-contemporanee-che-dovresti-conoscere/ /storie-di-donne-contemporanee-che-dovresti-conoscere/#respond Fri, 04 Mar 2022 15:55:32 +0000 /?p=3068 Per l'otto marzo raccontiamo le storie di donne contemporanee che hanno portato piccole rivoluzioni nel loro mondo: da Licia Troisi a Greta Thunberg

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Quando si parla di donne che con il loro lavoro hanno contribuito a cambiare la società, spesso si fa riferimento a esempi del passato, remoto o recente. Senza andare troppo indietro, però, esistono donne contemporanee le cui storie di successo tutti dovrebbero conoscere. 

Oggi ve ne raccontiamo alcune.

Licia Troisi

Licia Troisi, Otto Marzo | Wishraiser
Crediti foto: Niccolò Caranti (da wikipedia)

Licia Troisi è la scrittrice italiana di fantasy più venduta all’estero. Tuttavia, questa descrizione ci risulta alquanto riduttiva. 

Ha esordito a soli 24 anni con il primo libro della sua saga fantasy legata al Mondo Emerso, saga che ha portato avanti per dieci anni, accompagnando intere generazioni di lettori.

Dopo il Mondo Emerso, è stata autrice di altre epopee narrative come La ragazza drago, I regni di Nashira, Pandora e la nuova serie de La saga del Dominio.

Dal 2009 lavora anche come sceneggiatrice di fumetti e dal 2018 conduce Terza Pagina, rubrica di approfondimento culturale su Rai5. 

Ma tutto questo, comunque, non le basta. Licia Troisi è infatti laureata in astrofisica e dal 2012 è dottoranda in astronomia. Ha pubblicato due libri di divulgazione scientifica.

Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti, Otto Marzo | Wishraiser
Crediti foto: NASA/Robert Markowitz (da wikipedia)

Samantha Cristoforetti è un’aviatrice e astronauta militare. Capitano dell’Aeronautica militare italiana, con al suo attivo oltre cinquecento ore di volo, nel 2009 è stata selezionata come astronauta dall’Agenzia spaziale europea.

Prima donna italiana e terza europea a volare nello spazio, in qualità di membro della Expedition 42/43.

Nel 2015 è stata insignita del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel dicembre dello stesso anno è stata nominata ambasciatrice Unicef.

Nel 2022 le è stato assegnato il ruolo di leader del Segmento orbitale americano (USOS) comprendente moduli e componenti americani, europei, giapponesi e canadesi della Stazione spaziale.

Elisabetta Belloni

Elisabetta Belloni, Otto Marzo | Wishraiser
Crediti foto: Θεμιστοκλής Δεμίρης (da wikipedia)

Elisabetta Belloni nel 1985 ha intrapreso la carriera diplomatica, dapprima presso la Direzione generale degli affari politici e poi con incarichi nelle ambasciate italiane e nelle rappresentanze permanenti a Vienna e Bratislava, oltre che presso le direzioni generali del Ministero degli Esteri.

Nel 2016 è stata la prima donna a ricoprire l’incarico di segretaria generale del Ministero degli affari esteri.

Dal 2021 è direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, anche in questo caso è la prima donna a ricoprire un ruolo così importante. 

Bebe Vio

Bebe Vio, Otto Marzo | Wishraiser
Crediti foto: Corrado Maria Daclon, Bebe Vio (da wikipedia)

A Bebe Vio abbiamo già dedicato un lungo articolo qui sul Wishraiser Blog. In questo spazio ci limitiamo a ricordare quanto il suo motto “se sembra impossibile, allora si può fare” sintetizzi al meglio il suo carattere, la sua storia e anche il nostro modo di pensare.

Nonostante la sua malattia, Bebe è infatti riuscita a coltivare dei sogni che, come afferma lei stessa, ha presto trasformato in obiettivi che ha puntualmente raggiunto.

Prima della diagnosi infatti, lei aveva il sogno di partecipare alle Olimpiadi nella disciplina della scherma. Sogno che ha continuato ad inseguire e infine realizzato.

Non si è limitata alla partecipazione, però. Ha infatti vinto due medaglie d’oro.

Sono tantissime le Organizzazioni Non Profit Partner di Wishraiser che si occupano di sport e inclusione sociale.

Greta Thunberg

Greta Thunberg, Otto Marzo | Wishraiser
Crediti foto: European Parliament (da wikipedia)

Greta Thunberg aveva solo 15 anni quando decise di manifestare, ogni venerdì, di fronte al parlamento svedese con il cartello, divenuto iconico, Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima).

Il suo obiettivo? Spingere il governo svedese a ridurre le emissioni di anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico.

“Ma una quindicenne che differenza può fare?” si chiesero in molti all’epoca. 

Oggi, quattro anni dopo, Greta è il volto del movimento studentesco internazionale Friday For Future ed è un punto di riferimento per milioni di giovani che vogliono cambiare il mondo.

Su Wishraiser ci sono tantissime Organizzazioni Non Profit che hanno a cuore l’ambiente, scoprile ora!

Vivienne Westwood

Vivienne Westwood, Otto Marzo | Wishraiser
Crediti foto: Mattia Passeri (da wikipedia)

Libera, anticonformista, spregiudicata. Vivienne Westwood è stata la stilista inglese che ha cambiato il mondo dello stile.

Nonostante il matrimonio a 22 anni (per il quale si è disegnata l’abito da sposa da sola), Vivienne si rende conto da subito che la vita da moglie e mamma non fa per lei. Dopo aver incontrato Malcolm McLaren, il manager della punk band degli anni 70 The Sex Pistols. Lascia la famiglia e il lavoro da insegnante per seguirlo.

Dopo aver prodotto le T-shirt dei Sex Pistols che diventano presto iconiche, inizia il suo viaggio di rottura nel mondo della moda, che la porterà ad inventare lo stile punk e alla rielaborazione di abiti storici secondo la sua personale visione.

Con la sua moda oggi invita all’azione, a difendere l’ambiente e i diritti civili.

Nadia Padovani

Nadia Padovani, Otto Marzo | Wishraiser
Crediti foto: Il Resto del Carlino (https://www.ilrestodelcarlino.it/imola/cronaca/fausto-gresini-moglie-1.6305910)

Nadia Padovani è la Team Manager del team Gresini Racing. Lo è da poco più di un anno, da quando cioè Fausto Gresini, suo marito e fondatore della squadra, è deceduto a causa del covid.

Da quel dolore Nadia ha trovato la forza, insieme ai figli Lorenzo e Luca, di prendere in mano il sogno di Fausto e gestire in prima persona il Gresini Racing.

È la prima donna a ricoprire un ruolo di vertice nel regno dei piloti e a giudicare dai risultati dell’ultimo weekend, non se la cava affatto male.

Beyoncé

Beyoncé, Otto Marzo | Wishraiser
Crediti foto: José Goulão (da wikipedia)

Beyoncé è una delle migliori cantanti R&B della storia recente, che ha aperto le porte a un nuovo stile musicale.

Considerarla “solo” una cantante di altissimo livello, però, è limitante. Fin dal suo esordio da solista nel 2003, infatti, Beyoncé ha mostrato un talento manageriale e di marketing fuori dal comune.

Il suo istinto l’ha portata in pochi anni a imporsi come una delle più grandi imprenditrici nel campo dell’Entertainment, tanto che è stato oggetto di studio da parte della maggiore studiosa mondiale di media & entertainment, la docente di Harvard Anita Elberse.

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Diabolik, un personaggio fuori dagli schemi creato da due donne fuori dagli stereotipi /diabolik-un-personaggio-fuori-dagli-schemi-creato-da-due-donne-fuori-dagli-stereotipi/ /diabolik-un-personaggio-fuori-dagli-schemi-creato-da-due-donne-fuori-dagli-stereotipi/#respond Fri, 03 Dec 2021 09:32:56 +0000 /?p=2933 Angela e Luciana Giussani sono state due donne che, negli anni Sessanta,…

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Angela e Luciana Giussani sono state due donne che, negli anni Sessanta, hanno portato avanti una rivoluzione dirompente rispetto a costumi e sentire popolare del tempo.

Due donne emancipate, due imprenditrici e artiste che hanno inventato il fumetto nero italiano, creando una vera e propria icona: Diabolik.

La storia di successo di oggi è dedicata proprio a queste due donne che, in un mondo maschile e maschilista, hanno dimostrato come fosse naturale uscire dagli stereotipi e inseguire i propri sogni.

Angela e Luciana Giussani, due donne emancipate e di successo

Angela Giussani inizia la sua avventura nel mondo dell’editoria lavorando per l’Astoria Edizioni, casa editrice del marito, l’eccentrico editore Gino Sansoni. 

Siamo negli anni Cinquanta e la giovane Angela già dimostra di essere una ragazza fuori dal comune: non sa stirare né cucinare. Non ha assolutamente voglia di imparare ad essere una casalinga modello. Vuole lavorare ed essere indipendente.

Proprio per questo, accetta la proposta di lavoro del marito che sa benissimo che l’unico modo per tenerla vicino è quello di permetterle di lavorare.

La redazione dell’Astoria, però, va molto stretta ad Angela, che qualche anno dopo si dimetterà per fondare la sua casa editrice personale, chiamata Astorina (una Astoria più piccola).

Sansoni gli offre anche una stanza della sua Astoria per lavorare: la cucina. Proprio il luogo dove, secondo i canoni dell’epoca, una brava donna avrebbe dovuto passare la maggior parte del tempo.

Ad Angela la cucina andrà benissimo: aveva deciso di produrre fumetti e il lavandino si rivelò fondamentale per i disegnatori, che potevano comodamente sciacquare le chine dalle quali davano vita al mondo di Diabolik.

Angela era così, capace di ribaltare con nonchalance uno stereotipo e trasformalo in archetipo: lo fece con la figura della donna casalinga, ribaltò il ruolo della cucina e, di lì a pochi anni, utilizzò un mezzo come il fumetto, ingenuamente ritenuto solo per bambini, per raccontare storie nere.
Non contenta di smontare preconcetti e sistemi antiquati, Angela non si fa problemi a divorziare quando capisce che la storia con Gino Sansoni non può più andare avanti. In un mondo dove le donne che guidano vengono viste con scetticismo, poi, prende il brevetto da pilota di aereo.

L’Astorina e il successo di Diabolik

Il primo fumetto pubblicato dall’Astorina è la serie, importata dagli Stati Uniti, Big Ben Bolt, che racconta le gesta di un campione di pugilato sempre pronto ad aiutare il prossimo. La vita editoriale di Big Ben Bolt non è fortunata in Italia e la serie si chiude dopo due anni. 

A questo punto, Angela decide di provare con qualcosa di totalmente suo. Si ricorda di un libro casualmente trovato in treno (un romanzo di Fantomas) e di un caso di cronaca di qualche anno prima, dove l’assassino sfidava apertamente la polizia attraverso lettere e indovinelli firmati “Diabolich”.

Come pezzi di un puzzle, Angela unisce gli elementi cardini di quella che sarà un’icona della cultura popolare italiana: l’ispettore Ginko (il cui nome deriva dal marito di Angela, Gino, con l’aggiunta di una k), Eva Kant (che deve il cognome al filosofo Immanuel Kant, centrale nella tesina di diploma di Angela Giussani), la cittadina di Clerville e la Jaguar.

Dopo tredici numeri, Angela chiama la sorella Luciana ad affiancarla nella stesura dei soggetti e delle sceneggiature. 

La minore delle Giussani si era diplomata e aveva da subito trovato un impiego presso una fabbrica di aspirapolvere. Seguendo il brillante esempio della sorella, anche lei aveva trovato la sua strada uscendo dall’ombra del marito e non indossando i panni della moglie-casalinga. 

Come Angela, però, anche Luciana voleva di più. Per questo accettò senza pensarci troppo la proposta della sorella.

Le sorelle Giussani scriveranno a quattro mani le avventure del re del terrore per più di 25 anni, fino alla morte di Angela. 
Luciana ha gestito l’Astorina fino al 1992, continuando però a scrivere le avventure di Diabolik ed Eva Kant fino al 2000.

Angela e Luciana Giussani, creatrici di Diabolik, due donne emancipate | Wishraiser

Diabolik, un fumetto rivoluzionario

Quando approdò nelle edicole nel novembre del 1962, il fumetto di Diabolik rappresentò da subito una rivoluzione: per il formato e per le storie al suo interno.

Si presentò come un fumetto dalle dimensioni ridotte (in seguito sarà ribattezzato formato pocket), un tascabile perfetto per essere letto in treno dai moltissimi pendolari che, ogni giorno, arrivavano a Milano. 

Attraverso il mezzo del fumetto, ingiustamente considerato un medium indirizzato ai soli bambini, le sorelle Giussani raccontano storie nere con una dose importante di violenza. Il protagonista è un criminale che ha sempre la meglio sulla legge. 

Proprio con Diabolik, nasce il fumetto nero italiano.

Copertina primo numero fumetto Diabolik il re del terrore | Wishraiser

Chi è Diabolik

“Il re del terrore” il ladro più abile del suo mondo e, probabilmente, di tutta la cultura popolare. Sebbena agisca nell’illegalità, non esitando a uccidere chi può intralciare i suoi piani, Diabolik ha un ferreo codice d’onore: rispetta gli animi nobili, è riconoscente verso chi gli si dimostra amico e non colpisce mai i più deboli. Per queste ragioni odia e spesso combatte mafiosi, narcotrafficanti, strozzini e criminalità organizzata in generale.

Eva Kant, la donna con la quale condivide tutto, è la sua metà perfetta. Complice e amante, Eva non tradirebbe mai Diabolik e viceversa.

Anche nel rapporto tra i due protagonisti, troviamo il seme di una piccola rivoluzione: i due non sono sposati, sono una coppia di fatto.

La nemesi di Diabolik è rappresentata dall’ispettore Ginko, integerrimo rappresentante della legge, ossessionato da Diabolik e dal suo lavoro. Ginko è un uomo di astuzia e abilità pari a quelle del suo arcinemico, che ha la meglio su di lui solo perché “gioca sporco”, mentre l’ispettore non violerà mai la legge.

Diabolik oltre il fumetto

Come accade per i personaggi in grado di imporsi all’interno dell’immaginario collettivo, anche Diabolik è riuscito, negli anni, ad andare oltre il suo mezzo nativo.

Romanzi, show radiofonici, documentari, serie a cartoni animati e lungometraggi si sono alternati fin dagli albori 

L’adattamento più atteso degli ultimi anni è certamente il film di imminente uscita, Diabolik, con la regia dei Manetti Bros., che vede Luca Marinelli nel ruolo del protagonista, Miriam Leone nei panni di Eva Kant e Valerio Mastandrea in quelli dell’ispettore Ginko.

Locandina del film Diabolik 2021 | Wishraiser

La storia di Angela e Luciana Giussani è un esempio di resilienza, determinazione, e voglia di credere nei propri sogni. Una storia che in Wishraiser sentiamo molto vicina, perché ci impegniamo ogni giorno a realizzare progetti e sogni al fianco delle Organizzazioni Non Profit nostre partner.

Se anche tu vuoi fare la tua parte, clicca qui.

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La storia di Giannis Antetokounmpo: da migrante clandestino a campione NBA /la-storia-di-giannis-antetokounmpo-da-migrante-clandestino-a-campione-nba/ /la-storia-di-giannis-antetokounmpo-da-migrante-clandestino-a-campione-nba/#respond Tue, 12 Oct 2021 10:20:22 +0000 /?p=2753 Giannis Antetokounmpo, la storia di un immigrato divenuto superstar NBA

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Lo scorso 19 ottobre ha preso il via una nuova stagione regolare della NBA, ovvero il campionato di pallacanestro più importante e competitivo del mondo. 
A difendere il titolo vinto lo scorso anno, ci sono i Milwaukee Bucks guidati da Giannis Antetokounmpo, gigante greco di origine nigeriana di 211 centimetri con una storia da prendere ad esempio.

Giannis, l’immigrato clandestino

Giannis nasce nel 1994 ad Atene. I suoi genitori Charles e Veronica erano arrivati in Europa da clandestini due anni prima, quando avevano deciso di fuggire dalla loro natia Nigeria. 

La famiglia Adetokunbo, divenuta in seguito Antetokounmpo in un processo di “grecizzazione”, vive nel quartiere Sepolia, alla periferia di Atene, ed è formata dai genitori e i cinque figli Francis, Thanasis, Giannis, Kostas e Alexis.

L’infanzia di Giannis Antetokounmpo ad Atene

Una famiglia numerosa, un quartiere difficile nel paese europeo con l’economia più fragile. L’infanzia dei fratelli Antetokounmpo è tutt’altro che idilliaca: fino ai diciotto anni sono apolidi, né nigeriani né greci; sono vittime di razzismo e xenofobia, condizione che li porta a temere ogni giorno di essere denunciati come clandestini e spediti in Nigeria, paese lontano che molti di loro non hanno mai visto.

Giannis e suo fratello maggiore Thanasis per contribuire alle poche entrate familiari, iniziano a fare gli ambulanti: vendono orologi, borse e occhiali da sole contraffatti in ogni mercato tra Atene e dintorni. 

Forse proprio il loro girovagare fa sì che vengano notati da un allenatore di pallacanestro locale. Due ragazzi molto più alti della media della loro età sono un materiale umano troppo invitante per qualsiasi coach di basket.

I primi passi dei fratelli Antetokounmpo su un campo da basket

Giannis e Thanasis, prendono confidenza con quello sport e diventa chiaro da subito che la palla a spicchi può diventare molto di più di una semplice distrazione, può essere una via di fuga, l’opportunità per una vita migliore per loro e per la loro famiglia.

I primi allenamenti non possono, però, farli insieme: in famiglia c’è un solo paio di scarpe sportive, pertanto sono costretti ad alternarsi. Ciò che non manca ad entrambi è la tenacia e la costanza, unite a due fisici incredibili che continuano a svilupparsi.

Giannis, in particolare, oltre alle doti atletiche dimostra di avere una forza mentale e un’attitudine per il lavoro fuori dal comune.

Il primo contratto da professionista di Giannis Antetokounmpo 

È il 2012 quando Giannis inizia la sua carriera da professionista, gioca per il Filathlitikos, squadra che milita nella lega A2 greca. Nel dicembre dello stesso anno, appena diciottenne, firma un contratto di quattro anni per il Saragozza, in Spagna.

Nella terra iberica non andrà mai a giocare perché suonano le sirene statunitensi e al termine della stagione 2012-2013, viene ingaggiato dai Milwaukee Bucks

Le prime stagioni del Greek Freak in NBA

L’anno è il 2013 e il luogo Brooklyn, New York. È la sera del Draft NBA, una vera e propria cerimonia con la quale, attraverso un meccanismo simile a una lotteria, le squadre NBA hanno la possibilità di scegliere i migliori giovani provenienti dalle università americane o dal resto del pianeta.

“With the 15th pick in the 2013 NBA Draft, the Milwaukee Bucks select Giannis Antetokounmpo”

Gli addetti ai lavori statunitensi fanno fatica a pronunciare il suo nome, lo cercano con lo sguardo, molti non sanno da dove viene quel ragazzo. Lui sa bene da dove proviene e lo mostra con orgoglio in quello che, fino ad allora, è il momento più importante della sua giovane carriera. L’immancabile fratello maggiore Thanasis è al suo fianco e sventola una bandiera della Grecia. 

Nonostante le difficoltà e le discriminazioni, Giannis si sente greco, è greco. 

Nelle prime stagioni in NBA Giannis è uno studente disciplinato. Sa di avere dei mezzi fisici pazzeschi, ma è allo stesso tempo consapevole che deve ambientarsi in quel mondo e migliorare la propria dotazione tecnica.

Giannis Antetokounmpo, i primi anni in NBA | Wishraiser
Giannis Antetokounmpo CC Keith Allison per Wikicommons.

 

Gli anni del suo ambientamento sono caratterizzati da episodi che mostrano come Giannis non abbia mai dimenticato da dove proviene.

Come quando si ritrovò a imbruttire un compagno di squadra perché stava gettando un paio di scarpe
“Sono ancora buone!” gli disse il greco, ben consapevole di cosa voglia dire non avere un paio di scarpe per giocare.

Oppure quando a cena insieme ai fratelli ordinarono solo tre insalate, il piatto più economico, perché a tutti sembrava uno spreco spendere così tanto per mangiare.

O quando, dopo aver mandato il suo intero primo stipendio in Grecia, si ritrovò a dover raggiungere il palasport a piedi, perché non aveva i soldi per il taxi.

Dal punto di vista sportivo, in questo periodo guadagna due soprannomi, The Greek Freak e The Human Alphabet e poco altro.

Giannis Antetokounmpo, la superstar NBA

Nel 2017 arriva un primo importante riconoscimento personale: il Most Improved Player, il premio assegnato al giocatore che tra una stagione e la successiva è migliorato maggiormente.

Dal 2017 al 2020, Giannis si consacra come superstar mondiale della pallacanestro. Lui continua a vincere premi individuali, tra cui quello come miglior giocatore della lega e miglior difensore ma, soprattutto, prende per mano i Milwaukee Bucks e li trasforma da squadra perdente a competitor credibile per la vittoria del titolo.

Giannis Antetokounmpo CC Keith Allison from Hanover, MD, USA, per Wikicommons

 

Giannis Antetokounmpo, il campione NBA

Al termine della stagione 2020, Giannis è in scadenza di contratto. Le migliori squadre della lega farebbero carte false per averlo, lì troverebbe non solo un ricco ingaggio, ma anche altre star con le quali costruire un super-team.

“Alcuni vedono un muro e vanno in un’altra direzione. Io cerco di attraversarlo.”

Con queste parole il greco anticipa la sua decisione di restare a Milwaukee, che dopo otto anni considera la sua seconda casa e per la quale si è speso molto anche fuori dal campo: ha creato associazioni, fatto donazioni e presenziato a eventi di beneficenza. Si sente in debito con quella comunità che lo ha accolto e accettato a braccia aperte

Giannis non ha, ovviamente, dimenticato la Grecia dove ormai è un idolo, non solo dei ragazzini che sognano di diventare grandi sportivi. Le iniziative benefiche che lo vedono protagonista attraversano l’oceano e vanno diritte fino a Sepolia, Atene

Nel 2021 Giannis Antetokounmpo trascina i Milwaukee Bucks alla vittoria del titolo NBA.

La storia di Giannis è spesso definita “da film”, in realtà è una storia di impegno, caparbietà, lotta e sacrificio. Valori che Giannis ha avuto la forza di apprendere sulle strade di Sepolia e di utilizzare per uscire da una situazione difficile. 

Valori che non ha mai smesso di avere come faro e che gli hanno permesso di essere un campione dentro e fuori dal campo.

Come accaduto per Giannis, sono tantissimi i bambini in situazioni di marginalità e non tutti hanno la forza di uscirne da soli, per questo è fondamentale il lavoro delle tantissime Organizzazioni Non Profit che si occupano di Cooperazione Internazionale.

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Wishraiser in #Missionespiaggepulite con WWF Italia /wishraiser-in-missionespiaggepulite-con-wwf-italia/ /wishraiser-in-missionespiaggepulite-con-wwf-italia/#respond Mon, 11 Oct 2021 10:30:43 +0000 /?p=2735 Secondo i dati del WWF, nel Mediterraneo finiscono 570.000 tonnellate di plastica…

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Secondo i dati del WWF, nel Mediterraneo finiscono 570.000 tonnellate di plastica ogni anno, che si accumulano lungo il litorale. 

Per ogni chilometro di spiaggia, quindi, si stima un accumulo giornaliero di oltre 5 kg di plastica.

Quando abbiamo letto questi numeri era l’inizio di agosto e in Wishraiser eravamo concentrati nella chiusura dei lavori prima delle ferie. Tutti ci immaginavamo nei giorni che sarebbero seguiti in totale relax tra le onde o impegnati in estenuanti sfide di racchettoni e/o beach volley. 

L’idea di tutta quella immondizia ad inquinare le nostre meravigliose spiagge rischiava di rovinarci le vacanze prima ancora di partire. Probabilmente per questo è emersa la voglia, da parte di tutti, di fare qualcosa di concreto.

Prima di essere un partner strategico per le Organizzazioni Non Profit, siamo infatti ragazze e ragazzi sensibili alle buone cause.

Abbiamo quindi deciso di passare dal fornire un supporto digitale a uno più analogico. Ci siamo sporcati le mani per pulire le spiagge e, insieme a WWF Italia, abbiamo contribuito alla #MissioneSpiaggePulite

Lo scorso sabato 4 settembre, durante la settimana di Team Building, abbiamo raggiunto la spiaggia di Falconara Marittima dove insieme a volontari e attivisti del WWF, abbiamo raccolto quasi 100 kg di rifiuti. 

Vi assicuriamo che non è stato difficile rimuovere quei rifiuti, avrebbero potuto farlo anche dopo il falò!

Lo abbiamo fatto nello stile che ci caratterizza: divertendoci. 

Perché in Wishraiser riteniamo che sia possibile fare del bene seriamente anche senza prendersi troppo sul serio, come dimostra i video che segue.

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Gino Strada: storia ed eredità del fondatore di Emergency /gino-strada-storia-ed-eredita-del-fondatore-emergency/ /gino-strada-storia-ed-eredita-del-fondatore-emergency/#respond Mon, 13 Sep 2021 17:02:52 +0000 /?p=1462 «Curare i feriti non è né generoso né misericordioso, é semplicemente giusto.…

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«Curare i feriti non è né generoso né misericordioso, é semplicemente giusto. Lo si deve fare.»

Gino Strada era così, intransigente quando si trattava di vite umane. Quasi disarmante per la semplicità dei suoi ragionamenti.

Ad un mese dalla sua scomparsa, ci fa piacere ricordare una figura centrale nel mondo del Terzo Settore, un vero e proprio punto di riferimento per la Cooperazione Internazionale, ma soprattutto un uomo e un medico che ha dedicato la vita alla sua missione: curare quante più persone possibile

Lo ha fatto per oltre trent’anni, recandosi in prima persona dove c’è maggior bisogno di cure mediche: nelle regioni del mondo interessate da guerre invisibili e interminabili, ma anche in Italia, andando a sopperire dove lo Stato non arrivava. 

Prima di fondare Emergency, ha lavorato in Pakistan, Etiopia, Tailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia e Bosnia. Sempre in prima linea, senza mai risparmiarsi perché, come ripeteva spesso, «I pazienti vengono sempre prima di tutto».

La nascita di Emergency

Nel 1994 Gino Strada e la moglie Teresa Sarti insieme ad alcuni amici e colleghi fondano Emergency, l’Organizzazione Non Governativa per portare assistenza medica gratuita alle vittime delle guerre. 

Da quel giorno di maggio di ventisette anni fa, Emergency ha curato più di 11 milioni di persone nel mondo, oltre ad aver costruito e gestito ospedali, centri di riabilitazione fisica e sociale, posti di primo soccorso per il trattamento delle emergenze, centri sanitari per l’assistenza medica di base, centri pediatrici, centri di maternità, poliambulatori e ambulatori mobili per migranti e persone disagiate, centri di eccellenza.

Sarebbe facile indicare in quel numero, 11 milioni, l’eredità che Gino Strada ha lasciato su questa terra. La verità è che, con ogni probabilità, quel numero gli stava stretto perché avrebbe voluto curarne uno in più, sempre.


Il suo più grande lascito, per noi, è la forza di credere e combattere per il suo sogno: vivere in un mondo senza guerre.

Può sembrare un’utopia ma non lo è, è semplicemente giusto.

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#Civediamosuskype: il progetto a sostegno dell’emergenza Coronavirus /civediamosuskype-progetto-sostegno-dellemergenza-coronavirus/ /civediamosuskype-progetto-sostegno-dellemergenza-coronavirus/#respond Fri, 05 Jun 2020 09:26:18 +0000 /?p=1377 Mettetevi comodi, ora vi raccontiamo cosa abbiamo fatto nell’ultimo periodo! In questi…

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Mettetevi comodi, ora vi raccontiamo cosa abbiamo fatto nell’ultimo periodo!

In questi mesi di grave emergenza sanitaria per il nostro Paese noi di Wishraiser siamo scesi in campo per aiutare realtà grandi e piccole ad affrontare la pandemia di Covid-19.

A marzo abbiamo lanciato il progetto #civediamosuskype che ha coinvolto 21 testimonial e centinaia di donatori, tutti uniti da un unico obiettivo: supportare l’Ospedale Sacco di Milano, uno dei più colpiti dalla crisi sanitaria, e sostenere la ricerca sul nuovo Covid-19.

Testimonial del mondo dello sport e dello spettacolo, come Gigi Datome, Giancarlo Fisichella, Anna Falchi e tanti altri hanno dato il loro contributo realizzando campagne insieme alla Fondazione Candido Cannavò per lo sport, che ha devoluto i fondi raccolti all’Ospedale milanese.

Hanno promosso l’iniziativa su tutti i loro canali coinvolgendo i loro fan e mettendo in palio delle Skype Call con loro. Sono stati tanti i donatori che hanno avuto l’opportunità di conoscere il proprio idolo via Skype e trascorrere un piacevole pomeriggio con lui: chi si è allenato seguendo il workout di Sayonara Motta, chi ha ricevuto consigli di armocromia e stile da Rossella Migliaccio, chi ha cucinato il proprio dolce preferito insieme a Federica Costantini di @Dolcisenzaburro, chi ha potuto chiacchierare con Anna Falchi, Nicole Mazzocato o Piero Armenti de @Ilmioviaggioanewyork e tanto tanto altro.

La community di Wishraiser ha accolto numerosi nuovi donatori che, nonostante la quarantena in casa, non hanno mai smesso di fare del bene e realizzare i propri sogni.

Ognuno di loro ha dato il proprio contributo e tutti insieme abbiamo fatto la differenza!

Grazie a tutti voi che avete partecipato al progetto dando il vostro supporto all’Ospedale Sacco di Milano, alla ricerca sul Covid-19 e al nostro Paese che sta lottando per tornare alla normalità!

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Il Viaggio delle Stelle dei B.Livers: eroi sulle biciclette /viaggio-delle-stelle-dei-b-livers-eroi-sulle-biciclette/ /viaggio-delle-stelle-dei-b-livers-eroi-sulle-biciclette/#respond Fri, 07 Jun 2019 10:45:10 +0000 /?p=1061 La nuova campagna su Wishraiser per B.Live, che mette in palio un…

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La nuova campagna su Wishraiser per B.Live, che mette in palio un fantastico weekend a Cortina con pernottamento nella Starlight Room, si ispira al nuovo progetto dell’associazione, il Viaggio delle Stelle.

Il Viaggio delle Stelle, un’avventura dei ragazzi, i B.Livers, che pedalando su bici elettriche hanno visitato quei luoghi italiani pieni di grande storia, tra cui il Piave, Vajont, i boschi del Cadore. I ragazzi hanno pedalato fino ad arrivare a Cortina, alla vetta del Col Gallina (2300 mt) dove hanno poi dormito sotto le stelle, in un campo tendato nei pressi della meravigliosa Starlight Room.

Questo viaggio porta con se tutti i valori che B.Live trasmette ai ragazzi affetti da malattie croniche che ogni giorno lottano per avere una vita serena e felice, senza arrendersi mai di fronte alla durezza della malattia che li colpisce. Autostima, coraggio, forza, saggezza e determinazione. Questi i valori dell’incredibile viaggio. Un viaggio per arrivare alla vetta. Come loro, ognuno di noi ha una vetta da raggiungere.

Ripercorriamo con loro le tappe del Viaggio delle Stelle, le difficoltà che hanno affrontato e superato giorno per giorno, che siano di esempio per tutti, per imparare a trovare il coraggio di andare avanti superando con fiducia le difficoltà.

Dalla città ai paesi

Eccoli i ragazzi, pieni di gioia, aspettativa e speranza pronti a partire dalla bella piazza Gae Aulenti di Milano. I B.Livers attraversano poi il parco della Martesana proseguendo verso Trezzo d’Adda. Partire significa accettare la sfida che gli si presenta davanti, allontanarsi dalla città e andare a scoprire i territori e le loro storie, respirando e ascoltando quello che il contesto gli racconterà. A Trezzo d’Adda li accoglie la grandine. Tra la fatica e i dubbi del “ce la faremo davvero?”, i B.Livers riescono ad arrivare a Bergamo, facendo ben 50 km di tragitto. La loro prima conquista!

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Il verde e i laghi

La seconda tappa è la Pianura Padana. Tra zone industriali e centri commerciali, si aprono i meravigliosi paesaggi della Franciacorta. Dopo aver visto il contrasto tra il verde e le costruzioni viene da se fare una riflessione sul modo in cui si potrebbe vivere in maniera più sostenibili e con più rispetto per l’ambiente. Pedalando, i ragazzi arrivano a Desenzano, per apprezzare il panorama del Lago di Garda. Durante il viaggio incontrano persone incuriosite dalle magliette dei B.Livers, che fanno domande e ascoltano con felicità e tenerezza le storie dei ragazzi. Il viaggio è anche questo, un momento di incontro e condivisione.

La grande sfida della terza tappa. Una tappa incredibilmente dura per i nostri B.Livers. Il lungo tragitto, quasi 90 km, strade trafficate e la stanchezza che comincia a farsi sentire. Senza contare poi la pioggia, pioggia che scende in continuazione. I B.Livers fanno una breve tappa a Sirmione, per poi ripartire con la pioggia battente ma un’energia e forza di volontà che gli permette di non fermarsi e continuare a pedalare. I B.Livers lanciano un pensiero ai ragazzi che non hanno potuto partecipare perché stanno lottando con la malattia e a tutti quelli che non ce l’hanno fatta e li guardano dall’alto, così facendo prendono la forza che gli serve per arrivare nella splendida Verona. La città dell’amore.

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Metà impresa, superando le difficoltà

Siamo a metà del viaggio. I B.Livers arrivano a Susegana in tardo pomeriggio e finalmente con il sole, che scalda la pelle e porta serenità. I 300 km cominciano a pesare sui ragazzi, ma la forza di volontà li conduce a Borgoluce, dove trovano un altro gruppo di B.Livers provenienti da Milano. La bella tenuta Borgoluce li accoglie e li ospita e i ragazzi, dopo aver ripreso il buon umore e un po’ di energia, tutti insieme vanno a scoprire i dintorni di Susegana, pedalando tra le colline. Per la prima volta i B.Livers possono godersi un giorno di meritato riposo, sapendo di dormire due notti di seguito tra le mura accoglienti di Borgoluce, pronti a i paesaggi con i colori dell’estate, e la bellezza delle vigne e dei borghi nei pressi del Piave.

I B.Livers, dopo il breve riposo, proseguono il viaggio trovandosi faccia a faccia con la imponente diga del Vajont, che porta con sé il ricordo di una tragedia avvenuta tanti anni fa ma che ha lasciato una cicatrice indelebile. Per raggiungere questa prima vetta, i ragazzi hanno pedalato per 55 km su e giù per le strade per conquistare la prima cima. Il morale è alto per i B.Livers che stanno per raggiungere la tappa finale. Una sorpresa inaspettata li coglie quando arrivano al Ponte nelle Alpi, la tappa per il pranzo. I ragazzi si imbattono nel Giro d’Italia che percorre la loro stessa strada in senso inverso. Concludono poi la giornata a Longarone.

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Quasi al traguardo

Settima tappa: e via si arriva a Cortina d’Ampezzo. Dopo 57 km di salite e falsi piani, esausti ed emozionati, i nostri eroi giungono nella città con il sole e felici, respirando l’aria fresca e pulita di Cortina. I B.Livers trovano una bellissima accoglienza: c’è chi pedala con loro, chi scatta qualche fotografia ammirando il gruppo, chi si ferma con loro a chiacchierare, tutto questo crea l’atmosfera perfetta che riempie il cuore di felicità.

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Giunti alla vetta per vedere le stelle!

Via verso le stelle. Ci siamo, l’ultima tappa di un viaggio emozionante e pieno di impegno e fatica. E’ inevitabile per i ragazzi correre con il pensiero al primo giorno, la partenza, la strada percorsa e la determinazione che ci è voluta.

Durante questo viaggio i B.Livers si sono aperti, condividendo pensieri e sensazioni con i loro compagni di viaggio, diventati quasi una famiglia: c’è chi ha scordato per un attimo la fatica della malattia, affrontando la grande sfida di questa lunga pedalata; chi ha trovato la forza per continuare a lottare; chi ha dato e ricevuto amore; chi ha ritrovato la bellezza in ogni sfaccettatura della vita; e tutti sono arrivati insieme al traguardo. Non importa quanti momenti di fragilità si possono avere in una vita, non importano le cicatrici e le imperfezioni che appartengono ad ognuno di noi. Anche quelle fanno parte della nostra bellezza.

I B.Livers, stanchi ma vittoriosi, concludono il viaggio sedendosi sulla terrazza del Rifugio Col Gallina dove sono ospiti per la notte, contemplando il panorama intorno a loro e provando emozioni di gratitudine.

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Complimenti a questi ragazzi, un grande esempio per tutti. Noi gli auguriamo di riuscire a trovare sempre un motivo per lottare, per essere determinati, per vedere la bellezza e le opportunità anche in mezzo alle difficoltà.

Sostieni i ragazzi di B.Live su Wishraiser nella nuova campagna, potrai vivere l’esperienza di raggiungere Cortina e dormire nella Starlight Room. Ma non preoccuparti, non ti faremo pedalare, ci pensiamo noi al viaggio 😉

 

 

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Tour a Berlino: tra monumenti e ristoranti /tour-berlino-monumenti-ristoranti/ /tour-berlino-monumenti-ristoranti/#respond Fri, 31 May 2019 08:04:22 +0000 /?p=1050 Daniele è il vincitore della campagna a favore di Essere Animali e…

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Daniele è il vincitore della campagna a favore di Essere Animali e ha avuto l’opportunità di volare a Berlino per fare un vegan tour e visitare i luoghi più famosi della città.

Al ritorno dal viaggio, Daniele ci ha raccontato la sua esperienza che ha condiviso con il suo amico Davide nella capitale tedesca.

Daniele, com’è stata questa esperienza? Vi siete trovati bene?

Sisi ci siamo trovati benissimo, abbiamo passato tre giorni andando in giro per la città, visitando i luoghi più conosciuti e assaggiando tanti piatti squisiti.

Eri già stato a Berlino? Che posti avete visitato?

No, non ci ero mai stato e sono contento di averlo fatto, la città è davvero bella. Tra i tanti luoghi che abbiamo visitato, uno dei primi è stato il Reichstag; il palazzo è bello e imponente, ma la cosa più bella è la cupola di vetro con vista su tutta la città. Abbiamo fatto anche il tratto dell’East Side Gallery. Molto belli i graffiti incentrati sulla guerra fredda, sulla pace e sulla lotta alle discriminazioni. Ci è piaciuto molto, poi, visitare la Torre della televisione in Alexanderplatz: torre altissima che visitando la città si riesce a scorgere in continuazione. Gli interni sono in stile DDR e dall’alto si gode di una bella vista.

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Berlino è una città ricca di storia e di musei, siete riusciti a visitarne qualcuno?

Si, abbiamo visto il Museo Ebraico e mi ha stupito molto come Libeskind sia stato in grado di raccontare e far riflettere sull’olocausto attraverso l’architettura. E siamo riusciti anche a visitare il Museo di Pergamo: stupende la porta di Ishtar e la porta del mercato di Mileto. Non abbiamo visto l’altare di Pergamo perché è in ristrutturazione, ma ci è piaciuta molto la mostra Panorama che consente di immergersi in una raffigurazione di Pergamo a 360 gradi di altissima qualità.

E la cucina com’era? Avete mangiato bene?

Si, abbiamo mangiato sempre bene. La scelta per i vegani non manca. Abbiamo apprezzato moltissimo i falafel, l’hummus di Hummus & Friends e i piatti dei ristoranti vietnamiti.

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Un altro ristorante che consiglieresti a tutti quelli che visiteranno Berlino?

Abbiamo cenato al ristorante Vaust e ci è piaciuto moltissimo. i piatti erano ricercati e molto gustosi. Bella l’atmosfera del locale, molto intimo e pieno di candele, e personale molto gentile.

Siamo stati molto bene e ringrazio Wishraiser per aver messo in palio questa bella esperienza unita ad un’iniziativa importante di beneficenza

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I 5 hotel più bizzarri al mondo /5-hotel-piu-bizzarri-al-mondo/ /5-hotel-piu-bizzarri-al-mondo/#respond Fri, 24 May 2019 09:50:55 +0000 /?p=1019 I viaggi avventurosi sono tra i più amati da tutti, ma l’avventura…

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I viaggi avventurosi sono tra i più amati da tutti, ma l’avventura può essere non solo nel luogo da visitare ma anche albergo dove pernottare. Il mondo è pieno di hotel stravaganti o stanze eccentriche dove passare la notte da soli o in compangnia. La nuova campagna su Wishraiser a sostegno di B.Live mette in palio un weekend a Cortina con pernottamento nella straordinaria Starlight Room, la stanza a più di 2000 mt di quota con ampie vetrate sulle Dolomiti e i Monti Pallidi, e in questo articolo ti proponiamo una lista degli hotel e i luoghi più stravaganti per trascorrere la notte.

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Jumbo Stay Hotel a Stoccolma

Questo hotel è un vero e proprio aereo Boeing 747-212B dismesso del 1976. Un’esperienza da vivere per tutti gli appassionati di aerei in cerca di avventure stravaganti. Gli ospiti possono scegliere tra due suite incredibili; si troveranno direttamente in una cabina di pilotaggio vera e propria tra pulsanti e comandi o in alternativa potranno pernottare nella suite Black Box e in altre stanze speciali ricavate nell’aereo e con tanto di oblò.

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Hotel de Glace in Quebec

Come dice il nome di questo hotel, questa struttura è interamente fatto di ghiaccio. Un mondo sottozero costruito con oltre 20.000 tonnellate di ghiaccio e neve e una temperatura che varia tra i -3 e i 5 gradi. Come alle Hawaii insomma. Non è certamente un’esperienza per chi soffre il freddo, ma per i più temerari è sicuramente da provare. E se la temperatura diventa insopportabile ci si può rifugiare nella spa.

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Oil Rig Hotel

Una vera e propria piattaforma petrolifera in disuso che è stata trasformata in un hotel. Questa struttura stravagante si trova nel sud est della Malesia, nel mezzo del triangolo dei Coralli, ha 27 stanze per gli ospiti e tante altre sale per attività di svago, come cinema, karaoke e bar. Il tutto in mezzo al mare.

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Crane Hotel ad Amsterdam

Per gli amanti delle altezze e stranezze, Crane Hotel è il posto giusto per pernottare. Una gru che è diventata, nel 2014, un hotel di lusso. Collocato a 50 mt di altezza, questo hotel ha tre suite arredate ovviamente in modo non convenzionale che hanno accesso alla Jacuzzi esterna e da cui si può godere di una vista di tutta la città. E a chi non bastasse, l’hotel offre anche un bungee jumping.   

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Tree Hotel in Lapponia

Un’esperienza per entrare in contatto totalmente con la natura. Il Tree Hotel è un vero e proprio albergo dove le stanze sono costruite sugli alberi. Ogni camera è diversa dalle altre, con un design all’avanguardia e ogni comodità di casa come caffè e wifi. Sono anche presenti sauna e idromassaggio.

 

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